I cavalli in natura sono animali predati.
Ogni specie ha sviluppato nel corso dell’evoluzione adattamenti fisici e/o sociali
atti a difendersi dalle aggressioni dei predatori: mole, corna, unghie, velocità, mimetismo, a cui si vanno ad aggiungere tutti quei comportamenti sociali
che valorizzino tali caratteristiche, si pensi per esempio al cerchio che i grandi bovini fanno attorno alle femmine e ai piccoli per difenderle da un branco di predatori, ad esempio lupi.
I cavalli in natura vivono in branco
e si organizzano nei diversi ruoli per far fronte alle varie esigenze: sicurezza, cibo, riproduzione, socializzazione. Una gerarchia che viene stabilita in modo autonomo in base alle caratteristiche anatomiche, fisiologiche e comportamentali di ogni soggetto. Ad esempio il capobranco sarà un soggetto fisicamente prestante, sano, il più equilibrato, esperto, colui che si è guadagnato la stima del gruppo, mantiene l’armonia, attento, veloce e che agisce per il benessere del gruppo.
Un’altra caratteristica che li rende animali straordinari è la spiccata predisposizione sensoriale, sviluppata nell’arco dei millenni, nel percepire in maniera acuta le intenzioni degli altri esseri viventi dell’ambiente, compresi gli umani.
I cavalli sono «neurologicamente cablati» per leggere o intuire le intenzioni
reali degli altri esseri viventi al di là dei comportamenti dissimulatori o neutrali che manifestano. Attitudine che può essere estesa a tutti gli erbivori che hanno nella fuga il loro strumento difensivo principale. Il concetto di base per garantirsi la sopravvivenza è: “prima mi accorgo di un pericolo, più metri posso mettere tra me e lo stesso.”