Durante le attività di Ipposinergia la persona può contattare e dar spazio alle proprie emozioni
in base a quello che sente in quel momento.
Questo tipo di esperienza porta l’attenzione verso l’interno, pone la persona nella condizione di sentirsi facendo emergere riflessioni che lo porteranno a nuove consapevolezze.
In questo senso si tratta di attività collegate al benessere, poiché benefico è lo stato d’animo provato al termine della sessione così come il percorso che, da quel primo passo, può aprire nuove strade per se stessi.
Ma perché c’è così tanto bisogno di creare spazi di connessione tra mente e cuore?
La disconnessione tra sentire e pensiero, tra emozioni e azioni, è un fenomeno pervasivo in molte culture occidentali, soprattutto nelle metropoli. La principale conseguenza di questo sviluppo è l’impoverimento della comunicazione interpersonale e contemporaneamente l’aumento esponenziale dei distrattori: tutte quelle attività, rumori, oggetti, dispositivi, che distraggono l’attenzione dal sè. L’assenza di spazi di silenzio mina l’accesso ad una sana autoconsapevolezza, rendendola limitata o fragile andando a colpire la nostra parte più autentica. Capita, infatti, che spesso ci troviamo a partecipare ad attività che non ci piacciono, ma fingiamo comunque entusiasmo, oppure ci limitiamo per opportunismo o non ci affermiamo come vorremmo perché temiamo giudizi o disapprovazione sociale.
Ci abituiamo così ad indossare maschere socialmente più accettabili, ma che minano il nostro benessere mentre dentro di noi continua a muoversi un universo di emozioni inespresse che alla lunga ci porta a non sentire più o a schiacciare tutto sul fondo, con grande consumo di energia psichica e fatica emotiva.
I cavalli, immuni alle maschere, arrivano a cogliere le incoerenze
tra l’apparire e ciò che si agita sotto la superficie. Millenni di interazione con gli umani, unita al loro istinto, che li rendono perfetti specchi del nostro reale sentire. Il cavallo in interazione con la persona è capace di percepire immediatamente e già a distanza di metri come ci sentiamo, anche al di là della nostra consapevolezza.
Ne conseguiranno delle risposte da parte sua che, portate all’attenzione del cliente, lo renderanno gradualmente consapevole di cosa il cavallo sta percependo (a cui non sa ovviamente dare un nome).
Più la connessione tra mente e corpo aumenta più il cavallo sarà in comfort. Meno saremo consapevoli, e quindi disconnessi, più il cavallo entrerà in una sorta di rispecchiamento manifestando fastidio, timore, indifferenza, disagio.
Una guida preziosa alla nostra consapevolezza, senza giudizio.
Le reazioni del cavallo, decodificate dai trainer di Ipposinergia, possono così diventare degli “specchi” utilissimi per consentire alla persona di contattare pensieri ed emozioni di cui non è immediatamente consapevole.
Come dice il grande horseman Klaus Ferdinand Hempfling:
“I cavalli vogliono stare con coloro che vogliono stare con se stessi”.